Klara Rubino
- 09/02/2018 18:26:00
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Con le tue poesie Ivan ci dai davvero tanto: io ti sono grata! Questa mi ha colpito per certe cadenzate assonanze che sono come dei passi di coraggio fono allestremo coraggio che trova la sua fonte in un grande amore.( anni vissuti a rimirare i colori dellarcobaleno ) mi rif.ad es. a: "A sognare mondi senza inverno nellinferno" Adoro inoltre " la tua mano sorda" idem" urlando sotto i tetti di cartone di una casa di cura". Etc.etc. Riporto parte de" Lettera a D. Storia di un amore di Andrè Gorz; lho preso da qui:
https://sellerio.it/it/catalogo/Lettera-Storia-Un-Amore/Gorz/860
«Hai appena compiuto ottantadue anni. Sei sempre bella, elegante e desiderabile. Sono cinquantotto anni che viviamo insieme e ti amo più che mai. Recentemente mi sono innamorato di te unaltra volta e porto di nuovo in me un vuoto divorante che solo il tuo corpo stretto contro il mio riempie. La notte vedo talvolta la figura di un uomo che, su una strada vuota e in un paesaggio deserto, cammina dietro un carro funebre. Questuomo sono io. Sei tu che il carro funebre trasporta. Non voglio assistere alla tua cremazione; non voglio ricevere un vaso con le tue ceneri [...]. Ci siamo spesso detti che se, per assurdo, avessimo una seconda vita, vorremmo trascorrerla insieme».
Incollo anche il commento: condivisibile assai!
Il bilancio di un amore necessario, in una vita felice, in un’epoca, forse, felice. Il filosofo Gorz, il pensatore della sinistra esistenzialista e libertaria francese, uno dei profeti del Maggio, ricorda il legame con la moglie Dorine. E i tre livelli, la vita individuale, la vita amorosa, la vita sociale rimbalzano l’uno nell’altro, nel racconto, in un gioco continuo di rimandi, per riconoscere all’amore il primato di sostanza e verità, e per dimostrarlo.
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